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Sintesi incontro 25 novembre

Una quindicina di persone si sono ritrovate attorno a un tavolo, ognuna con le proprie aspettative
sull’incontro che stava per cominciare: un gruppo di lettura, di autocoscienza, lettura di filosofi, affrontare il
tema dell’Altro…
Insieme abbiamo letto una delle pagine fondamentali della filosofia politica europea, dal Contratto sociale
di Rousseau. Il giro di parola pensato come riscaldamento si è trasformato in un brainstorming che,
sebbene non semplice da governare, ha restituito un’immagine sfaccettata della percezione collettiva
attorno ai temi della relazione con gli altri e soprattutto di CHI è l’altro che abbiamo in mente: le istituzioni,
le reti e i gruppi in cui ci impegniamo, le (finte) comunità virtuali, l’altro come il femminile negato, come
qualcuno da cui posso imparare, l’altro al quale sono legato da una necessità oggettiva, storica. È stato
richiamato il tema, centrale, della (ri)costruzione del NOSTRO contratto sociale, all’interno dei nostri
gruppi.
Da un lato, le pagine rousseauiane hanno evocato i temi a noi cari sullo stare insieme, sul riconoscimento
dell’altro, sulla considerazione dei beni comuni: l’altro come qualcuno/qualcosa da riconoscere nella
relazione. E se è vero che per stare insieme è necessario rinunciare alla propria sovranità/al proprio potere,
concordiamo che questa rinuncia non dovrebbe essere intesa come una sottrazione o una mancanza: la
cessione di “sovranità” è stata associata alla parola felicità.
D’altra parte, non sono mancate le perplessità, riconducibili allo scetticismo rispetto a “ricette” sentite
come lontane dal mondo reale, che non riescono a raggiungere e a impattare sul “materiale umano”. In
particolare, si sente forte il tema della frammentazione degli individui, della fatica di unirsi in maniera
generativa e progettuale.
Il sentimento di scoramento di fronte alla forza di una società che non ci corrisponde rimane uno dei temi
di fondo che animerà anche i prossimi incontri. Di certo la posizione di Rousseau, quando afferma che
l’uomo è nato libero e ovunque è in catene, lungi da essere un’espressione di rinuncia, è al contrario
l’affermazione di un ottimismo della volontà ben radicato in una lucida visione dell’essere umano come
ente morale e artefice della propria società e, con essa, della propria libertà.
Ci rivediamo lunedì 27 gennaio, per confrontarci con le tre domande: “Chi sei tu con l’altro?” “Cosa cerchi
nell’altro?” “Che cosa si può diventare insieme?”