L’AMAP riparte con il contributo dei soci

Il progetto di agricoltura condivisa AMAP-Madre terra riparte con la nuova stagione. La ripartenza è coincisa con la partecipazione di alcuni soci che si sono adoperati per piantumare le erbette in due prose precedentemente trattate con pacciamatura biologica e canalizzazione dell’acqua.

L’AMAP quest’anno si è divisa in gruppi di lavoro che sovraintendono alle attività di conduzione del terreno, dell’organizzazione logistica, della gestione contabile e della comunicazione verso l’esterno del gruppo dei soci.

All’assemblea dei soci del 17 febbraio si è discusso del regolamento e delle finalità dell’associazione con particolare attenzione alle dinamiche che dovrebbero condurre, a breve, alla trasformazione della struttura associativa in una forma già sperimentata in passato da alcuni soci: la CSA.

Non è un passaggio di poco conto, in quanto si passa da una forma di preacquisto, anche se già orientato alla condivisione dei rischi, nel nostro caso, ad una forma di partecipazione più diffusa e più “partecipata”.

La CSA, infatti, prevede una totale condivisione dei rischi/benefici della produzione di ortaggi e degli strumenti per raggiungere il sostentamento del progetto. Infatti, ad oggi lavorano nel campo alcuni ospiti della comunità di Madre Terra che nel momento della ripartenza dell’anno colturale necessitano di un aiuto da parte della comunità dei soci.

Uno degli obiettivi dell’attuale AMAP è appunto la creazione di una comunità di persone che decidono collettivamente e che sempre collettivamente si dedicano alle attività dell’associazione, ognuno a seconda delle proprie disponibilità di tempo. La visione collettiva della produzione e del conseguente consumo di prodotti della terra permette a ciascun socio di elaborare una propria sensibilità rispetto ai temi della sovranità alimentare, del rispetto del suolo, del lavoro, ecc.

Lo scopo mutualistico dell’associazione AMAP – Madre Terra fonda la propria attività nella condivisione degli scopi e delle decisioni prese con la modalità “una testa un voto” all’interno delle assemblee che si svolgono periodicamente e che rappresentano l’organo decisionale.

Quindi, oltre a fruire di ortaggi freschi, buoni e biologici, si pratica e si gestisce nel tempo la consapevolezza dell’appartenere ad una comunità che decide in autonomia nel rispetto delle differenze, del “portato” e della storia di ciascun socio.

Poi, quando serve, tocca anche abbassare la schiena…