“Il GAS Baggio ha compiuto 20 anni: una realtà in continua evoluzione”

Il Gas Baggio nasce nel 2000, sull’onda delle iniziative in atto contro gli OGM e sulla “Mucca Pazza”, come percorso concreto da affiancare alle azioni di denuncia e di lotta per “praticare l’obiettivo” di un’agricoltura sostenibile, in alternativa all’agroindustria (FASE 1).

In quegli anni si costituiscono molti Gas con incrementi esponenziali e il Gas Baggio si mette a disposizione negli anni successivi per azioni di tutoraggio a fronte della domanda crescente di organizzare il consumo critico.
Nel frattempo si evolve la forma organizzativa del gruppo in direzione della partecipazione e della responsabilizzazione dei soci che, dopo una fase di “prova” di qualche mese, diventano referenti di produttori o assumono funzioni necessarie per la vita associativa, a partire dalla rotazione dei coordinatori.
Ben presto si prende coscienza della necessità di allargare l’ambito di azione, in quella fase circoscritto al rapporto con alcuni produttori biologici pionieri in Italia (Corbari, Brambilla, ecc) e focalizzato sopratutto sull’aspetto salutistico, considerando anche gli aspetti ambientali e sociali dell’azione del consumo critico.
Di fatto, cioè, si comincia a superare la convinzione che il solo acquisto di prodotti biologici sia di per sè sufficiente a trasformare il modello produttivo agricolo. Nella seconda metà del decennio, sulla scorta dell’esperienza di acquisto e raccolta diretta alla Cascina Forestina, tra le uniche tre aziende biologiche allora presenti nel Parco Agricolo Sud Milano, si entra nella FASE 2, cioè quella del rapporto col territorio per allargare la produzione biologica e acquisire anche una funzione sociale nel rapporto con altre realtà di movimento.

Nel 2008 nasce a questo scopo il Distretto Rurale di Economia Solidale del Parco Agricolo Sud Milano (DESR PASM) su iniziativa del Gas Baggio e della Forestina.
L’altro obiettivo del DESR, che trova rapidamente decine di adesioni di Gas, Associazioni, Cooperative sociali, Comuni e altre realtà solidali, è quello della difesa del Parco dall’attacco della cementificazione che si fondava sull’abbandono di molte cascine che non reggevano la competizione con l’agroindustria. Occorreva poi lottare contro l’agricoltura convenzionale intensiva e allargare, invece l’agrobiodiversità favorendo la sovranità alimentare basata sull’agroecologia.

Il Gas e il DESR riescono a dare un importante contributo per la nascita di nuove aziende biologiche, sostenute in buona parte dagli acquisti nella fase di transizione, arrivando alle circa 25 che oggi esistono sul territorio del Parco Sud e anche sui confini nel Parco del Ticino.
A fine del decennio nascono in quest’ambito le filiere ecosostenibili, per rendere più strutturale il rapporto tra produzione e consumo (grano, formaggio, ecc)

Ma non appena alla fase fisiologica di “stanca” del movimento dei Gas, rappresentata anche dalla fine dell’esperienza di Intergas, la rete milanese, si affianca la progressiva azione di “cooptazione” del biologico nella Grande Distribuzione e la moda che l’accompagna, si assiste ad una stagnazione progressiva della crescita quantitativa dei Gas con una decrescita anche qualitativa, in direzione di acquistifici salutistici sempre meno solidali.

Qui ha inizio la FASE 3. Attorno al 2015 si prende contatto con un nuovo aspetto evolutivo del percorso del Gas, quello della relazione cooperativa e strutturata tra produzione e consumo, anche a partire dalle criticità delle filiere ecosostenibili.

Questa pulsione viene ben rappresentata dalle CSA (Community Supported Agriculture) cresciute nel nord Europa e sbarcate in Italia a Bologna (Arvaia) su cui si sta ora lavorando, con la quale si mette in discussione non solo il modello produttivo agricolo, ma soprattutto il meccanismo di funzionamento del sistema economico dominante, passando dalla competizione alla cooperazione, dal prezzo di mercato al prezzo giusto (pena la morte progressiva dell’agricoltura penalizzata nella filiera industriale e distributiva basata sulla GDO).

Un’ultima annotazione sui soci. Nel corso di questi 20 anni sono state circa 120/130 le persone che sono state nel Gas Baggio, con un turn over variamente motivato negli anni. Oggi, che siamo a circa 25/30 nuclei familiari o persone, abbiamo avuto la gratificante sorpresa dell’avvicinamento di 30/40enni attraverso i quali si sta favorendo la continuità del gruppo, essendo i fondatori presenti ormai 70enni pensionati!

Quindi, concludendo, possiamo dire che la storia ventennale del Gas Baggio è passata un po’ dalle diverse fasi che hanno attraversato il movimento del consumo critico: dal salutismo all’ambientalismo fino all’iniziativa sociale diretta, in direzione di un’economia solidale sempre più trasformativa.  Avanti così!