DISTRETTO DI ECONOMIA SOLIDALE RURALE - Parco Agricolo Sud Milano
Pubblichiamo il messaggio inviato questa notte da un giovane 27enne che ha contribuito alla bellissima vittoria referendaria sull’acqua pubblica e che contiene una bella sintesi del sentimento che noi tutti abbiamo provato.
Non riesco a dormire. E’ la prima volta in 27 anni che partecipo a una vittoria così bella.
Senza mediazioni,
senza retrogusto amaro, senza Tabacci (a cui però roderà un pò avendo votato
no). La maggioranza degli italiani ha detto si all’acqua pubblica, allo stop al
nucleare e alla legge uguale per tutti. Dopo 15 anni si raggiunge il quorum,
segno che gli italiani sono molto più avanti di chi ci governa. Per la prima
volta ho visto ripagato tutto l’impegno profuso da migliaia di attivisti che si
sono spesi in questi anni. I manifesti attaccati sporcandosi i sandali, i
volantini dati quando stai ancora dormendo, le riunioni fatte a volte con poche
persone, le tante asciugate fatte sull’importanza di votare, le mail, i post su
facebook, gli sms… hanno avuto finalmente il risultato sperato.
Quando oggi in piazza ho abbracciato Emilio Molinari, che tra i primi ha capito
l’importanza dell’acqua come bene comune, ho sentito che questa è una vittoria
storica, costruita in anni di lavoro e di egemonia culturale sul fatto che il
pubblico può (e deve) essere meglio del privato.
Ho ripensato a tutti
quelli che ho visto impegnarsi, chi da anni, chi da poche settimane, ma con lo
stesso entusiasmo.
A mia nonna che è tornata dalla Romagna per votare, ai tanti nonni che domenica
mattina sono venuti a votare non tanto per loro, ma per il futuro di questo
paese.
Ho ripensato
all’Honduras, dove sono stato per una carovana sul diritto all’acqua, in cui la
partecipazione su questo tema era intensissima, e io mi chiedevo se mai ci
sarebbe stata qui in Italia. E oggi ho avuto la risposta: c’è stata, ieri e
oggi, e ci potrà essere anche in futuro, se sapremo tenere viva questa immensa
energia e voglia di cambiamento che sta soffiando nel nostro paese.
E adesso posso andare a dormire.
Dario