Non chiamatela carità (il progetto)

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Proponenti

I soggetti che partecipano alla rete QuBì di Baggio sono, principalmente, cooperative sociali e associazioni di volontariato. 

La rete QuBì è stata creata a Milano attraverso un bando delle fondazioni Cariplo e Vismara ed è divisa in 8 zone corrispondenti ai municipi (esclusa la 1).

L’obiettivo finale è la costituzione di reti di soggetti privati che, insieme, possano affrontare il problema della “povertà infantile”.

La strategia delle fondazioni e del comune di Milano, loro partner presente dall’inizio del progetto, è funzionale all’appalto di una fetta considerevole dei servizi alla persona ai soggetti privati “no profit”.

L’associazione DESR-AMAP si è da subito attivata (il progetto è partito nel 2019) per assolvere all’azione “alimentare” affiancandosi al “Banco Alimentare”, alla Caritas, ecc.

Progetto – Numeri

Si distribuiscono 30 cassette la settimana all’interno di 3 presidi territoriali di Baggio: via dei Larici (quartiere degli Olmi), via Dalmine, via Quarti.

Le cassette di verdura fresca, stagionale, biologica e prodotta a km 0 da un contadino del parco di Trenno pesano all’incirca 4kg. A volte è integrata con frutta fresca.

Vengono raggiunte 10 famiglie a settimana per ogni presidio (in tutto 30) a rotazione. 

Le famiglie sono circa 180, complessivamente, sui 3 presidi. La maggior parte sono immigrati e, in minor numero, italiani. 

La maggior parte delle famiglie sono monoreddito. 

Nelle famiglie in cui sono impiegati entrambi i genitori, vengono svolti per lo più lavori a chiamata quali, pulizie, servizi alle persone (badanti), lavori nel campo dell’edilizia, in generale lavoro povero. 

Un discreto numero di donne compongono famiglie monogenitoriali con figli.  

Le segnalazioni arrivano dalla rete QuBì, dal servizio sociale e in modo spontaneo: in genere tramite passaparola.  

Le cassette vengono distribuite da Fuorimercato (Rimaflow – fabbrica recuperata) grazie ad un capitolo di spesa di “QuBì” che copre fino a dicembre di quest’anno.

In passato, la “cassetta sospesa” era una pratica consolidata ℅ Cascina Linterno di via f.lli Zoia 194, al mercatino del sabato, e con altre iniziative: cene, riffe, aperitivi…

Progetto – Finalità

Rendere attivi i fruitori: attraverso l’aggancio”, al momento della distribuzione, si vogliono coinvolgere le famiglie, in stato di bisogno temporaneo o permanente, per fornire ad esse altri servizi quali l’assistenza sanitaria, per chi non ce l’ha, il doposcuola, l’abbigliamento e gli strumenti scolastici per i figli, ecc. Il servizio della distribuzione delle cassette di verdura fresca, stagionale e biologica è solo una parte del progetto di rete.

Integrazione: la distribuzione delle cassette costituisce una modalità di relazione “in divenire” che permette ai fruitori di non sentirsi “soli” ma appartenenti ad una comunità che si fa carico dei bisogni primari e non solo. La “povertà” non è una colpa ma un processo di esclusione che, inconsapevolmente, ciascuno di noi alimenta nelle pratiche di consumo “acritico”.

Spesso, le famiglie si sentono parte di questa comunità e in questi anni hanno contribuito a preparare aperitivi e momenti conviviali, operando una restituzione simbolica ma anche materiale.

Coinvolgimento attori: questa pratica permette di coinvolgere più attori informali e istituzionali quali scuole (nelle segnalazioni) o semplici cittadini (ortisti del Bosco in Città). Questi ultimi hanno ottenuto una parcella significativa di terra da destinare al progetto QuBì.

Sostegno alla piccola agricoltura di prossimità: le cassette vengono regolarmente pre-acquistate presso alcuni agricoltori del territorio. Attraverso l’AMAP (association pour le maintien de l’agriculture paysienne) si intende perseguire una politica di sostegno al lavoro agricolo attraverso una pratica mutualistica: infatti, si contribuisce a sostenere la produzione favorendo le buone pratiche ed assistendo gli agricoltori condividendone i rischi, programmando insieme le colture e organizzando la logistica. Si realizza, attraverso una “buona pratica”, l’approccio solidale anche con la piccola agricoltura contadina per promuovere un modello agricolo sostenibile (agroecologia).

Attualmente, la produzione è opera di un giovane contadino all’interno dell’appezzamento di terreno “Allegricola” posto in zona Parco di Trenno/Bosco in città.

Massa critica: coma già enunciato, lo stato di bisogno delle famiglie non rappresenta una colpa e non è necessariamente un fenomeno endemico. Se solo i soggetti proponenti si fermassero al gesto, per quanto nobile, della distribuzione della verdura, assolverebbero unicamente alla soluzione di una piccola parte del problema. In realtà, attraverso il progetto “Cassetta sospesa”, si vuole far emergere il fenomeno che sempre più (è l’ISTAT che lo certifica) coinvolge le famiglie che scivolano verso i margini della società.

Il lavoro più difficile, forse, è quello di creare coscienza critica: ma ci stiamo provando…